Il Centro è nato per volontà di due psicoterapeuti (Nasti Nunzio e Foglia Manzillo Maria Cristina) cresciuti insieme durante gli anni dell'Università ed i successivi 4 anni della scuola di specializzazione e che, nel frattempo, si sono sposati.
Il nome del Centro Studi non è stato scelto a caso. La frase "Panta Rei" riporta immediatamente all'antica filosofia greca e ad un filosofo in particolare, Eraclito. La frase è comunemente tradotta in italiano come "Tutto scorre" o "Tutto diviene”. E’ stata scelta perché si addice bene sia alle nostre scelte di vita che alla nostra materia di studio.
Noi due abbiamo fatto del "Tutto cambia" un punto di riferimento per le nostre vite. Infatti, eravamo d'accordo su ciò: "Se qualcosa nelle nostre vite non ci soddisfa, vale la pena di provare a cambiarlo." Non volevamo vivere di rimpianto per non averne avuto il coraggio.
Da giovani, non essendo soddisfatti del luogo in cui vivevamo (l’ex “Campania Felix"), prendemmo la decisione di venire al Nord, scegliemmo Como, un posto del tutto sconosciuto: sapevamo che, per quella decisione, avremmo pagato o guadagnato di persona. E così fu. Inizialmente pagammo molto, in certi momenti davvero troppo ma poi, con il passare del tempo, fummo contenti sia della decisione presa che di essere riusciti a sopportare il dolore ed a costruire il nostro Centro. Poco per volta, mattone dopo mattone, con infinita pazienza il nostro piccolo progetto va crescendo. La nostra esperienza non è stata diversa da un percorso di psicoterapia con le prevedibili difficoltà a strappare alcune radici per piantarne di nuove, con i tentativi di demolire e ricostruire, di trasformare e di smussare, di ampliare e modificare il proprio orizzonte. Pensiamo, infatti, che non avremmo potuto presentarci ai pazienti senza aver avuto il coraggio di cambiare ciò che non ci piaceva. Come avremmo potuto guidare un'altra persona in un percorso che noi stessi avevamo evitato?
E così cerchiamo di incarnare quello che la nostra professione ci ha insegnato e di mettere a frutto gli strumenti di cui ci ha dotato.
Il modo in cui guardiamo al cambiamento non è estremo, come nulla di ciò che ci caratterizza. Nessuna prospettiva estrema ci appartiene. Siamo convinti che cambiare troppo è come non cambiare.